Ero abituato a un Mennea poco loquace, diffidente nei confronti dei giornalisti, un po' scontroso e musone, sfuggente. Invece in occasione della Pasqua dell'atleta del 1983, a Milano, mi trovai di fronte un Mennea assolutamente inaspettato. Aperto, ironico, disponibile, simpatico. Passeggiammo insieme per più di un'ora ai Giardini Pubblici e riuscii a farlo parlare di tutto: del suo ritorno all'atletica dopo una sosta di due anni, del suo grande maestro Vittori, della fidanzata, della sua azienda di abbigliamento sportivo, del suo approccio con la politica, del suo "doping" personale: litri di caffè. "Io in pratica vado a caffè", mi disse. E mi fece i nomi dei compagni della sua prima staffetta: Pallamolla, Gambatesa e Acquafredda. "Le prime volte", aggiunse "Pallamolla mi batteva sempre".
I ricordi (e non solo) di oltre cinquant'anni anni di carriera di un testimone del tempo
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