Lucio Dalla declamava in musica, in una delle sue canzoni più belle, che l’anno vecchio è finito, ormai, ma qualcosa ancora qui non va, si esce poco la sera, compreso quando è festa, e c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra, e si sta senza parlare per intere settimane e a quelli che hanno niente da dire del tempo ne rimane… L'anno che sta arrivando tra un anno passerà. Io mi sto preparando, è questa la novità. Anch’io mi sto preparando, ma non mi creo eccessive aspettative. So bene che i brindisi, i fuochi d’artificio, i buoni propositi, le tante speranze, servono per quel che servono. L’anno che verrà sarà quel che sarà, come quelli che l’hanno preceduto. Continueranno ad esserci le guerre e i momenti di pace, i delinquenti e gli onesti, i realisti e i sognatori e la Terra, il bellissimo pianeta su cui viviamo, procederà nella sua lenta e ineluttabile agonia, visto che tutti parlano e parlano ma nessuno, soltanto pochissimi eletti, fa qualcosa di concreto per salvarla. Continueremo tutti a scaricare le colpe sugli altri, ognuno penserà di non avere nulla a che fare con il decadimento, l’imbar-barimento, della società, con la convinzione che il mondo è governato da pochi potenti, i “papaveri” che hanno tra le mani il timone del comando. Diceva la canzone:
Lo sai che i papaveri son alti, alti, alti, e tu sei piccolina, e tu sei piccolina, lo sai che i papaveri son alti, alti, alti, sei nata paperina, che cosa ci vuoi far… Ma siamo noi paperini che abbiamo messo, mettiamo e continuiamo a mettere sulle poltrone i papaveri alti alti. Siamo noi paperini che fortunatamente, almeno per il momento, abbiano ancora la fortuna di vivere in un regime democratico e abbiamo il dovere e il diritto di scegliere le persone che ci guidano. Il mondo malato ha comunque la possibilità di guarire e tutti noi siamo i medici che hanno il compito di guarirlo. In questi giorni non dobbiamo brindare a un’ipotetica speranza, dobbiamo brindare a un progetto che porti a una società migliore. Non dobbiamo fare come gli struzzi che mettono il capo sotto la sabbia per non vedere, dobbiamo anzi tenere gli occhi ben aperti per vedere quello che va e quello che non va. Ogni nostra azione positiva, anche la più piccola, come regalare un sorriso a un anziano o a un malato, è un tassello di bene che aggiungiamo al mosaico di una società sana. Ogni nostra azione negativa è un tassello di male che aggiungiamo al mosaico di una società malata. Ognuno di noi, in tutti i 365 giorni dell’anno, ha la sua piccola ma importante parte di responsabilità sull’andamento delle cose. Da soli non possiamo cambiare il mondo, ma tutti insieme sì. La nostra buona volontà non basterà per restituire la pace e la fiducia nel futuro all’Ucraina, a ridare autonomia e dignità agli aborigeni, ad insegnare ai bambini che possono diventare uomini più sognatori dei loro padri. Ma sarà come imboccare la strada giusta per un mondo migliore da dare in consegna alle nuove generazioni che verranno. Achille MezzadriI ricordi (e non solo) di oltre cinquant'anni anni di carriera di un testimone del tempo
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