martedì 9 febbraio 2021

La scomparsa di Laura Abbati Michelotti


 MICHELOTTI HA PERSO IL SUO ANGELO

Oltretorrentina come l’ex arbitro, che sposò nel 1955 e dal quale ha avuto due figlie, Sonia e Vania, era una donna speciale,

che ha interpretato nel modo più dolce i ruoli di moglie, madre e nonna


di ACHILLE MEZZADRI

Michelotti non ha più accanto il suo angelo. La moglie Laura, da tempo sofferente, ha lasciato tutti quelli che l’hanno conosciuta (me compreso) con una profonda tristezza. Perché era una donna speciale, una grande moglie, madre, nonna. Non sto a ricordare la sua vita, già raccontata in modo esaustivo e mirabile da Lorenzo Sartorio nell’articolo pubblicato oggi dalla Gazzetta di Parma. Ricordo solo che, oltretorrentina di nascita, come Alberto, che sposò nel 1955 dandogli due splendide figlie, Sonia e Vania, aveva mantenuto per tutta la vita quello spirito forte, tutto energia e simpatia, che ha caratterizzato quelli dedlà da l’acua ‘d ‘na volta. Ho avuto la fortuna...

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domenica 7 febbraio 2021

La tragedia sull’A14


 BETTY BARBIERI, L’ANIMALISTA 

CHE HA DATO LA VITA

PER SALVARE I CAGNOLINI

In un terribile incidente che ha coinvolto all’alba due mezzi pesanti  e un furgone dell’Associazione “I figli di nessuno”, con tanti cani e gatti da dare in adozione al Nord, son o morti la volontaria Elisabetta Barbieri, di Rho, detta Betty, e un volontario di Cuggiono - Un terzo volontario è ricoverato all’ospedale - Durante il terribile impatto, nel quale ha perso la vita anche un cucciolo di pastore tedesco, alcune gabbie si sarebbero aperte e molti cani e gatti sono fuggiti terrorizzati, riversandosi sull’autostrada - Il tratto ddell’A14 è stato chiuso - Betty Barbieri era la stessa che nel luglio scorso fu sullo stesso furgone che ci portò la nostra Kira


                                                    di ACHILLE MEZZADRI


Una parola sola: terribile. Questa mattina, intorno alle 5:30, nel tratto dell’A14 tra Pesaro e Cattolica, in direzione di Bologna all’altezza del chilometro 148, un furgone dell’Associazione “I figli di nessuno”, carico di cani e gatti da dare in adozione al Nord, è venuto a collisione con due mezzi pesanti e il bilancio è stato pesantissimo: la staffettista Elisabetta Barbieri di Rho, molto conosciuta nell’ambiente animalista come Betty, e un volontario diu Cuggiono, sono morti sul colpo, mentre un altro volontario è stato ricoverato, in gravi condizioni, all’ospedale. Durante il terribile impatto ha perso la vita anche un cucciolo di pastore tedesco rimasto intrappolato nella sua gabbia. Altri cani, a causa della probabile apertura di altre gabbie, sono fuggiti terrorizzati e sembra che siano stati ...

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sabato 6 febbraio 2021

La scomparsa di Luciano Micconi


QUELLA TELEFONATA IN PRAMZÀN

A PRAGA CON EGISTO CORRADI…

Tra pochi giorni, il 15 febbraio, avrebbe compiuto 99 anni -

Per solo un anno non ha realizzato il sogno

di diventare centenario -  Punto di riferimento per tre

generazioni di giornalisti parmigiani, è stato

l’indimenticabile segretario dei redazione del “Corriere della sera”, con ben sette direttori, da Alfio Russo a

Ugo Stille - È diventata storica la sua telefonata in dialetto parmigiano nel ’68 con Egisto Corradi, inviato

a Praga durante l’invasione sovietica

- Era lo zio materno dello chef stellato Massimo Spigaroli


di ACHILLE MEZZADRI


Micconi con Molossi e Rossi

Ricordando Luciano Micconi, scomparso a 98 anni, quando ormai gli mancavano soltanto pochissimi giorni per compirne novantanove il 15 febbraio (non ce l’ha fatta a realizzare il sogno di diventare centenario) mi viene da definire questo caro amico come una specie di “guru” del giornalismo parmigiano (e non solo). Perché Luciano non è stato soltanto un ottimo giornalista del Corriere della sera, del quale ha ricoperto i ruoli di cronista, capo degli interni, caporedattore e di leggendario segretario di redazione con sette direttori, da Alfio Russo a Ugo Stille, ma perché è stato il punto di riferimento di tre generazioni di giornalisti parmigiani e non solo. Sempre pronto a ideare, imbastire eventi,  rimpatriate, dare il suo contributo utilizzando le sue mille conoscenze.

Tutti gli volevano bene, perché, come si dice a Parma....

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venerdì 5 febbraio 2021

Chiedi chi era... Benito Montan

 QUANDO "NICCHIO" MI CHIESE:

"PERCHÈ MI DAI DEL TU?"

Trentotto anni fa, il 5 febbraio 1983, morì il grande giornalista Benito Montan, che fu “anima”

della redazione parmigiana del “Resto del Carlino” -

Amante della montagna, si sfracellò sull’Alpe di Succiso - Aveva 57 anni - Il mio primo incontro-scontro con lui fu per me una grande lezione di vita


di ACHILLE MEZZADRI


Il 5 febbraio dell’83, 38 anni fa, ero già a Milano da 12 anni, ma rimasi folgorato da una notizia che mi fu data per telefono da un amico: era morto Benito Montan, tradito dalla sua passione per la montagna. Si era sfracellato, a 57 anni, all’Alpe di Succiso, il monte che sovrasta il passo del Cerreto e il Passo del Lagastrello. Era in compagnia di un amico, l’avvocato Carlo Andrea Cremonini. Scivolarono entrambi, ma lui non ebbe scampo, mentre l’amico, nonostante le gravi ferite, si salvò. Il primo a riconoscere la salma fu, appena arrivato sul posto, Giovanni Ferraguti.

Io avevo conosciuto Montan ai tempi in cui io ero cronista alla Gazzetta di Parma e lui guidava la redazione del Resto del Carlino. Era, per me, un “nemico”, perché i due giornali erano divisi da un’accesa rivalità e il Carlino, diretto magistralmente dal “Nicchio” (questo era il suo soprannome) ci teneva il fiato sul collo. Prima di lui Aristide Barilli era bravo, ma non riusciva a spaventare noi cronisti della Gazza. Con il “Nicchio” era in corso una guerra all’ultimo scoop. L’allora nostro segretario di direzione, Bruno Castelli, aveva anche il compito...

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mercoledì 3 febbraio 2021

30 anni fa “Cuore” arrivò nelle edicole

MICHELE SERRA & CO., QUELLI DELLA SATIRA 

Il 4 febbraio 1991 l’ex inserto satirico dell’Unità fondato da Serra, Aloi e Paterlini, 

divenne indipendente e vendette a sorpresa

140mila copie a settimana. Raggiunse

poi il suo maggior fulgore

nel 1992, nel periodo dell’inchiesta di “Mani pulite”



di ACHILLE MEZZADRI


Non sono mai stato comunista (anzi) e quindi nel periodo dal 16 gennaio 1989 al 21 gennaio 1991 non potevo sapere che sul quotidiano L’Unità c’era un inserto gratuito settimanale di satira. Però a fine gennaio un grande battage pubblicitario annunciò che l’inserto di satira politica, che si chiamava Cuore, diventava un settimanale autonomo. E siccome tra i fondatori c'era Michele Serra, 
collega che avevo conosciuto nel gennaio del 1984 a Città del Messico, in occasione del record dell’ora di Francesco Moser, quando il giornale uscì, il 4 febbraio 1991, mi precipitai a comprarlo. Anche perché è difficile che un giornalista non si precipiti a comprare il primo  numero di un nuovo giornale. Inoltre Serra mi stava simpatico perché in Messico, dove arrivai con il secondo scaglione di giornalisti italiani, fu il primo che conobbi di quelli che erano già lì e mi accolse dicendomi con un sorriso ironico: ....

Ricordo di un grande pugile: Padovani


DA MONELLO DI STRADA

A CAMPIONE ITALIANO DI BOXE 

Il 4 febbraio 1927 nacque Marcello Padovani, il più grande pugile della boxe parmense - Lo ricordo con questo articolo pubblicato

da Pramzanblog il 16 luglio 2012 - Da dilettante, nel 1951, indossò 15 volte la maglia azzurra e fu medaglia d’argento agli europei

tra i superleggeri e da professionista, nel 1957, conquistò il titolo italiano dei leggeri - Diceva: “Se n’aviss miga incontrè

al sport, forsi a sariss dvintè un delincuént” - Ritiratosi

dal ring si dedicò ai giovani ed ebbe la grande soddisfazione

di lanciare pugili come Damiano Lauretta


 di ACHILLE MEZZADRI


Se ne è andato l’11 giugno del 2001, vent'anni fa, Marcello Padovani. E nel modo che aveva sempre desiderato: sul ring, con i guantoni infilati sulle mani. Diceva sempre al genero Roberto Dallatana (marito della figlia Stefania): “Robèrt, a n’ són miga ‘d césa mo a prégh soltant coll sgnór là ‘d färom morir d’un cólp sul ring e coj guantón infilè”. E così è stato. Stroncato da un infarto sul ring della Boxe Colorno, mentre allenava un suo nuovo pupillo, Oscar Cappa. Aveva 74 anni. E alle spalle un’ot-tima carriera di pugile, che nel ’51 gli regalò la medaglia d’argento agli europei dilettanti, nella categoria dei pesi superleggeri (ma anche 15 maglia azzurre) e nel ’57...

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