venerdì 24 novembre 2023

Il capolavoro di Paola Cortellesi

 “C’È ANCORA DOMANI”: UN FILM DA OSCAR

Prima ancora di entrare nella sala dove l’ho visto sapevo che era piaciuto a tutti, critica e pubblico, ma

non immaginavo che fosse così “perfetto” - Il tema del maschilismo (purtroppo sempre attuale)

viene raccontato dall’attrice e regista all’esordio con sapienza, delicatezza e anche una dose

di humour - La Cortellesi ci ha riportato nell’Italia del ’46 e in un quanto mai azzeccato bianco e nero ha

dipinto il mondo delle donne che per la prima volta hanno ottenuto il diritto di voto in Italia 


(Foto di Claudio Iannone)

di ACHILLE MEZZADRI

Che film. C’è ancora domani, esordio alla regia di Paola Cortellesi, già osannato alla recente Festa del cinema di Roma, continua a soddisfare critici e pubblico. Non arrivavo però ad immaginare che fosse così “per-fetto” e penso perfino che l’anno prossimo po-trebbe concorrere per entrare almeno nelle nomi-nation degli Oscar, nella categoria “film stranieri” e in quella di “prima attrice protagonista” per la Cortellesi, grazie a un’interpretazione degna della migliore Anna Magnani. Comunque, innanzitutto, il tema: il maschilismo, dipinto a tinte fosche, in bianco e nero, per sottolineare questo cancro della società che sopravvive da secoli, forse perfino dall’origine del mondo, con il dubbio che possa continuare a vivere, come le guerre, la prostituzione, la corruzione. Una piaga lacerante che non ha confini e che ha terreni ancor più fertili in ambienti dove le donne sono perfino costrette a nascondersi in abbigliamenti umilianti come hijab, niqab, chador, burqa. Però il maschilismo, anche nel mondo non islamico, pur lasciando alle donne libertà nel vestire, non scherza e continua nelle più varie forme a imperversare, calpestando la dignità femminile ed arrivando perfino ad uccidere.

Ecco, il film della Cortellesi indaga su questo tema con sapienza, delicatezza e anche una certa dose di humour..... 

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martedì 27 giugno 2023

La scomparsa di Aldo Musci

CIAO DINO, LO SPETTACOLO E' FINITO

Ho avuto la fortuna di conoscere questo piccolo grande uomo che è stato uno degli attori, con Luigi Furlotti (Gino) della mia commedia “Una giornata piena di sorprese” e che ha anche fatto parte del coro dei Vip in “Bón Nadäl ala pramzàna” - Lavorava  in Tv dietro le quinte ed era un maestro del “gobbo”, versione moderna del suggeritore - Tutti i personaggi dello spettacolo lo amavano ed erano felici di farsi un selfie con lui




di ACHILLE MEZZADRI

Per me è stata una giornata piena di sorprese, come il titolo della mia commedia. Un appuntamento saltato, una pratica non conclusa, ma… la sorpresa più brutta me l’ha fatta Luigi Furlotti, già, il Gino della coppia Gino e Dino che portò in scena la commedia Una giornata piena di sorprese. “Lo sai già?”. “No”. “È morto Dino. Pensa che l’avevo sentito il 18 giugno, quando ha compiuto 64 anni. Stava benissimo”. “Dove è morto?”. “A Rimini, l’hanno trovato senza vita in una camera d’albergo”. Un pugno nello stomaco. Avrei voluto non crederci. Ma era tutto vero. Tutto terribilmente vero. Aldo Musci era per me soltanto Dino, così come per me Luigi Furlotti, ora dispensatore con successo di sigarette elettroniche, ma anche autore di musiche non banali, è ancora per me soltanto Gino. Già. Gino e Dino, coppia comica che per un certo periodo ha cavalcato il successo anche grazie a Striscia la notizia, trascinati sul piccolo schermo da Ezio Greggio ed Enzo Iachetti.

Li avevo conosciuti a Parma, al Theatro del Vicolo, quando una sera, nel gioiellino di Egidio Tibaldi (perché non si decidono a riaprirlo?) intervistarono insieme me e Gianfranco Bellè, l’indimen-ticato Sandro della Gazzetta. Fu l’inizio. Si strinse subito un legame che ci vide insieme per un bel periodo. Ci incontrammo più volte, a Milano, anche al Blue Note, e poi a Luigi-Gino nacque l’idea della commedia. Un giorno mi propose il soggetto e io ne scrissi la sceneggiatura. La prova generale avvenne al Theatro del Vicolo e poi  andò in scena con alcune rappresentazioni. Dino era il più felice di tutti. “Mia mamma è orgogliosa di me”, spiegava “mia mamma mi dice che finalmente è arrivato il mio momento”. La mamma. Per Dino la mamma era tutto, il faro della sua vita. Ora scopro che tornerà adì abbracciarla, visto che lei è scomparsa pochi mesi fa, il  28 dicembre scorso.

Con Dino, e l’inseparabile Gino, ho trascorso alcuni dei momenti più divertenti e simpatici della mia vita. Li ho voluti con me alla festa dei 3 anni di Pramzanblog alla Corale Verdi, nel mio docu-film “Parma mia”, nel coro dei Vip parmigiani in “Bón Nadäl ala pramzana”. E naturalmente nella commedia, dove Dino recitò in modo mirabile, applaudissimo anche come cantante, nella mia canzone che concludeva lo spettacolo, La vita è un ascensore. Del resto Aldo-Dino aveva anche avuto un passato di cantante, con il nome d’arte di Al Musci.

Poi, conclusa l’avventura teatrale, loro a Parma, io a Milano, le nostre strade sono tornate a percorrere un itinerario diverso. Gino ha un negozio per “svapatori” e scrive musica, Dino era diventato una colonna degli studi televisivi (Domenica in soprattutto) dietro le quinte, come maestro del “gobbo, la versione moderna del suggeritore. Amato fa tutti i big  dello spettacolo, da Baglioni alla Venier, da Antonacci a Cochi e Renato, da Shel Shapiro a Morgan, da Al Bano ad Amadeus. E lui, con loro e tanti altri, aveva collezio-nato centinaia di selfie dei quali era orgoglioso.Bravissimo nella scena (indimenticabili le sue apparizioni, con e senza Dino, a Striscia la notizia. Principe di modestia nella vita. Ciao amico. Un altro amico che se ne va, porca miseria. (a.m.) 

venerdì 31 marzo 2023

La "Food Valley" esportata in Lombardia

 INSEGNO AI MILANESI

COME SI MANGIA ALLA PARMIGIANA

 Alessandro Barberio, 50 anni,  parmigiano residente a Collecchio, ha la “missione” di far

conoscere le delizie della cucina parmigiana all’ombra della Madonnina - E lo fa con i prodotti della premiata ditta

“ducale” Fochi&Tagliavini in una bottega-ristorante in via Durini, a due passi dalla casa dove abitò il

parmigianissimo Arturo Toscanini -  “Qui vanno tutti di fretta”, dice “ma cerco di educare  i milanesi ai piaceri

della buona tavola” - “Quando  servo i clienti mi piace spiegare le origini e i segreti dei piatti della terra dove sono cresciuto”



di ACHILLE MEZZADRI


Arturo Toscanini, il genio della bacchetta, abitò a Milano per quarant’anni in via Durini al numero 20. E al 26, poco più verso San Babila, adesso ci lavora Alessandro Barberio, 50 anni, cognome poco parmigiano, ma  cresciuto ad anolini e culatello, che sotto l’insegna della premiata ditta Fochi&Tagliavini ha la missione di far conoscere ai milanesi come si mangia alla parmigiana. Alessandro insomma, all’ombra della Madonnina, insegna a chi è abituato ad andare di fretta, ad apprezzare il gusto della buona tavola, a saper distinguere tra parmigiano-reggiano e grana padano, oppure le differenze tra i quattro tipi di parmigiano, il Vacca Frisona, il Vacca Rossa, il Vacca Bruna e il Vacca Bianca, oppure ancora se è più buono un anolino con aria di montagna, ripieno di stracotto...

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martedì 28 febbraio 2023

Claudio dei Corvi domani a Raiuno

 “SONO IO L’ULTIMO
RAGAZZO DI STRADA”

Il batterista Claudio Benassi, 81 anni, l’ultimo superstite del favoloso

gruppo che spopolò negli anni Sessanta, sarà ospite

domani pomeriggio con la sua band a "Oggi è un altro giorno" di Serena Bortone, che va in onda su Raiuno dalle 14 alle 16 -  “Non

mi aspettavo questo invito: è stata proprio una bellissima sorpresa” - “Potrò ricordare i tempi del “Ragazzo di strada”

con i miei indimenticabili amici Gimmi, Angelo e Fabrizio” - “Tutto

cominciò con il Rapallo Davoli” - “Acquistammo Alfredo, il corvo

che portavamo negli spettacoli con noi, per

diecimila lire” - “Quando Giampiero Simontacchi ci portò all’Ariston” - “Nel mio libro ho raccontato

la nostra storia che coincide con i mitici anni Sessanta”


di ACHILLE MEZZADRI

“Chiedi chi erano i Beatles”, cantava Gaetano Curreri. Io vorrei aggiungere: “Chiedi chi erano i Corvi”, il gruppo parmigiano che spopolò  negli anni Sessanta con il pezzo Un ragazzo di strada e con altri brani di grandissimo successo, da Sospesa a un filo a Bang bang, da Datemi una lacrima per piangere, a Bambolina, da Luce a Che strano effetto. E probabilmente questa domanda se l’è fatta Serena Bortone, la bravissima gior-nalista che conduce ogni giorno su Raiuno, dalle 14 alle 16, il fortunato programma Oggi è un altro giorno. Così domani, grazie a lei, e ai suoi autori, potremo finalmente rivedere sulla rete ammiraglia i Corvi, o meglio, quello che resta dei Corvi originali, visto che è rimasto sulla breccia con i suoi 81 anni splendidamente ed energicamente portati soltanto il batterista di quello storico gruppo, Claudio Benassi. A Parma dedlà da l’acua lo chiamarebbero al Ringo Starr äd nuätor.

“Vado alla Rai”, mi dice Benassi, l’ex “Tritolo” di allora “con l’attuale mia band, formata, oltre che da me, da Pietro Amoretti, chitarra solista, Mirco Rivara, tastiere, Lorenzo Cavazzini, voce e Luca Bonzilli, basso. Tutti ottimi musicisti. Ma sarò lì anche per ricordare la storia dei Corvi...

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sabato 25 febbraio 2023

Silenziamo il Conservatorio di Parma

SIAMO FORSE SU SCHERZI A PARTE?

Si parla tanto a Parma, in questi giorni, della decisione del Comune di “silenziare” il Conservatorio di musica in seguito all’esposto

di tre studi legali - “Fa troppo rumore”, sarebbe l’accusa - In realtà

la battaglia contro orchestrali e cantanti ha origini

lontane - In tempi recenti, nel 2009, fu l’ex ministro Renato Brunetta a parlare di “parassiti dei teatri lirici”

- E nel 2013 il premier Monti già lanciò l’idea di mettere

il silenziatore ai Conservatori italiani



di ACHILLE MEZZADRI

Ci risiamo, la guerra alla cultura è tornata d’attualità. Si fa un gran parlare, in questi giorni, della decisione del Comune di Parma di mettere il silenziatore al Conservatorio Arrigo Boito di Parma, vale a dire l’erede della storica Regia Scuola di Musica che ebbe tra i suoi allievi Arturo Toscanini. Chi non ha letto i giornali o seguito i telegiornali si domanderà: “e perché mai?”. La risposta l’hanno data tre studi legali della città ex ducale: “perché fa troppo rumore”. L’unica soluzione sarebbe il “Coro a bocca chiusa” della Madama Butterfly, ma come si fa? Come farebbe Toscanini imparare a dirigere un’orchestra? Come farebbero Carlo Bergonzi e Renata Tebaldi, già allievi del Conservatorio parmigiano, a prepararsi alle loro trionfali carriere? Cantando “a bocca chiusa”? Ha scritto su Facebook il famoso baritono parmigiano Luca Salsi, che ha studiato al Conservatorio Boito dal 1992 diplomandosi nel 1999: “Il Conservatorio di Parma non è un posto qualunque, non è un luogo dove si fa “rumore” e si disturba. È un luogo dove si fa MUSICA! Tra quelle mura si sono formati grandissimi musicisti e cantanti che hanno portato alto il nome della nostra cultura nel mondo e che hanno dato lustro anche alla città di Parma. Trovo vergognoso che  ...

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domenica 29 gennaio 2023

Il grande successo di “Indagini”

STEFANO NAZZI: COSÌ
SONO ENTRATO
NELLA GALASSIA DEI PODCAST

Intervista con il giornalista che Alessandro Cattelan, il  conduttore di “Stasera c’è Cattelan”, su Raidue ha definito “un’icona del web” - “Non mi aspettavo un gradimento così vasto, ma ovviamente sono contento” - “Forse la spiegazione sta nel fatto che racconto le storie in modo un  po’ asettico, senza partecipazione emotiva” - “Al primo di ogni mese parto con una nuova storia” - “Ho raccontato casi diversi, dai più famosi ai meno noti: dal delitto di Garlasco all’omicidio di Avetrana, da Unabomber al caso dei Carretta di Parma” -  “Il podcast è diventato la fortunata evoluzione della radio e sta attraversando un periodo magico” - “Ho raggiunto questo successo insperato, ma in famiglia mi prendono un po’ in giro”

di ACHILLE MEZZADRI


Conosco l’amico e collega Stefano Nazzi dai tempi di Gente e sono rimasto piacevolmente sorpreso quando ho saputo del suo grande successo con il podcast Indagini, figlio del giornale online Il Post diretto da Luca Sofri. Successo amplificato dal conduttore televisivo Alessandro Cattelan, che nel suo programma Stasera c’è Cattelan in seconda serata su Raidue ha addirittura definito Stefano “un’icona del web”. Insomma, a 61 anni compiuti lo scorso ottobre e a cinque anni dalla pensione, dopo un’onoratissima carriera che l’ha visto prima a Milano Finanza, alla Mondadori e ad Hachette e poi, dal luglio 2021, a Il Post, è diventato all’improvviso un personaggio di rilievo al punto di meritare un’intervista su una rete Rai. “No, non me l’aspettavo un successo così”, mi spiega “ed ovviamente non può che farmi piacere”.

Indagini è entrato dal 1° aprile 2022 nella galassia dei podcast e precisamente tra quelli che si occupano di storie criminali. Il podcast......

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