martedì 28 febbraio 2023

Claudio dei Corvi domani a Raiuno

 “SONO IO L’ULTIMO
RAGAZZO DI STRADA”

Il batterista Claudio Benassi, 81 anni, l’ultimo superstite del favoloso

gruppo che spopolò negli anni Sessanta, sarà ospite

domani pomeriggio con la sua band a "Oggi è un altro giorno" di Serena Bortone, che va in onda su Raiuno dalle 14 alle 16 -  “Non

mi aspettavo questo invito: è stata proprio una bellissima sorpresa” - “Potrò ricordare i tempi del “Ragazzo di strada”

con i miei indimenticabili amici Gimmi, Angelo e Fabrizio” - “Tutto

cominciò con il Rapallo Davoli” - “Acquistammo Alfredo, il corvo

che portavamo negli spettacoli con noi, per

diecimila lire” - “Quando Giampiero Simontacchi ci portò all’Ariston” - “Nel mio libro ho raccontato

la nostra storia che coincide con i mitici anni Sessanta”


di ACHILLE MEZZADRI

“Chiedi chi erano i Beatles”, cantava Gaetano Curreri. Io vorrei aggiungere: “Chiedi chi erano i Corvi”, il gruppo parmigiano che spopolò  negli anni Sessanta con il pezzo Un ragazzo di strada e con altri brani di grandissimo successo, da Sospesa a un filo a Bang bang, da Datemi una lacrima per piangere, a Bambolina, da Luce a Che strano effetto. E probabilmente questa domanda se l’è fatta Serena Bortone, la bravissima gior-nalista che conduce ogni giorno su Raiuno, dalle 14 alle 16, il fortunato programma Oggi è un altro giorno. Così domani, grazie a lei, e ai suoi autori, potremo finalmente rivedere sulla rete ammiraglia i Corvi, o meglio, quello che resta dei Corvi originali, visto che è rimasto sulla breccia con i suoi 81 anni splendidamente ed energicamente portati soltanto il batterista di quello storico gruppo, Claudio Benassi. A Parma dedlà da l’acua lo chiamarebbero al Ringo Starr äd nuätor.

“Vado alla Rai”, mi dice Benassi, l’ex “Tritolo” di allora “con l’attuale mia band, formata, oltre che da me, da Pietro Amoretti, chitarra solista, Mirco Rivara, tastiere, Lorenzo Cavazzini, voce e Luca Bonzilli, basso. Tutti ottimi musicisti. Ma sarò lì anche per ricordare la storia dei Corvi...

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sabato 25 febbraio 2023

Silenziamo il Conservatorio di Parma

SIAMO FORSE SU SCHERZI A PARTE?

Si parla tanto a Parma, in questi giorni, della decisione del Comune di “silenziare” il Conservatorio di musica in seguito all’esposto

di tre studi legali - “Fa troppo rumore”, sarebbe l’accusa - In realtà

la battaglia contro orchestrali e cantanti ha origini

lontane - In tempi recenti, nel 2009, fu l’ex ministro Renato Brunetta a parlare di “parassiti dei teatri lirici”

- E nel 2013 il premier Monti già lanciò l’idea di mettere

il silenziatore ai Conservatori italiani



di ACHILLE MEZZADRI

Ci risiamo, la guerra alla cultura è tornata d’attualità. Si fa un gran parlare, in questi giorni, della decisione del Comune di Parma di mettere il silenziatore al Conservatorio Arrigo Boito di Parma, vale a dire l’erede della storica Regia Scuola di Musica che ebbe tra i suoi allievi Arturo Toscanini. Chi non ha letto i giornali o seguito i telegiornali si domanderà: “e perché mai?”. La risposta l’hanno data tre studi legali della città ex ducale: “perché fa troppo rumore”. L’unica soluzione sarebbe il “Coro a bocca chiusa” della Madama Butterfly, ma come si fa? Come farebbe Toscanini imparare a dirigere un’orchestra? Come farebbero Carlo Bergonzi e Renata Tebaldi, già allievi del Conservatorio parmigiano, a prepararsi alle loro trionfali carriere? Cantando “a bocca chiusa”? Ha scritto su Facebook il famoso baritono parmigiano Luca Salsi, che ha studiato al Conservatorio Boito dal 1992 diplomandosi nel 1999: “Il Conservatorio di Parma non è un posto qualunque, non è un luogo dove si fa “rumore” e si disturba. È un luogo dove si fa MUSICA! Tra quelle mura si sono formati grandissimi musicisti e cantanti che hanno portato alto il nome della nostra cultura nel mondo e che hanno dato lustro anche alla città di Parma. Trovo vergognoso che  ...

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