CIAO DINO, LO SPETTACOLO E' FINITO
Ho avuto la fortuna di conoscere questo piccolo grande uomo che è stato uno degli attori, con Luigi Furlotti (Gino) della mia commedia “Una giornata piena di sorprese” e che ha anche fatto parte del coro dei Vip in “Bón Nadäl ala pramzàna” - Lavorava in Tv dietro le quinte ed era un maestro del “gobbo”, versione moderna del suggeritore - Tutti i personaggi dello spettacolo lo amavano ed erano felici di farsi un selfie con lui
di ACHILLE MEZZADRI
Per me è stata una giornata piena di sorprese, come il titolo della mia commedia. Un appuntamento saltato, una pratica non conclusa, ma… la sorpresa più brutta me l’ha fatta Luigi Furlotti, già, il Gino della coppia Gino e Dino che portò in scena la commedia Una giornata piena di sorprese. “Lo sai già?”. “No”. “È morto Dino. Pensa che l’avevo sentito il 18 giugno, quando ha compiuto 64 anni. Stava benissimo”. “Dove è morto?”. “A Rimini, l’hanno trovato senza vita in una camera d’albergo”. Un pugno nello stomaco. Avrei voluto non crederci. Ma era tutto vero. Tutto terribilmente vero. Aldo Musci era per me soltanto Dino, così come per me Luigi Furlotti, ora dispensatore con successo di sigarette elettroniche, ma anche autore di musiche non banali, è ancora per me soltanto Gino. Già. Gino e Dino, coppia comica che per un certo periodo ha cavalcato il successo anche grazie a Striscia la notizia, trascinati sul piccolo schermo da Ezio Greggio ed Enzo Iachetti.
Li avevo conosciuti a Parma, al Theatro del Vicolo, quando una sera, nel gioiellino di Egidio Tibaldi (perché non si decidono a riaprirlo?) intervistarono insieme me e Gianfranco Bellè, l’indimen-ticato Sandro della Gazzetta. Fu l’inizio. Si strinse subito un legame che ci vide insieme per un bel periodo. Ci incontrammo più volte, a Milano, anche al Blue Note, e poi a Luigi-Gino nacque l’idea della commedia. Un giorno mi propose il soggetto e io ne scrissi la sceneggiatura. La prova generale avvenne al Theatro del Vicolo e poi andò in scena con alcune rappresentazioni. Dino era il più felice di tutti. “Mia mamma è orgogliosa di me”, spiegava “mia mamma mi dice che finalmente è arrivato il mio momento”. La mamma. Per Dino la mamma era tutto, il faro della sua vita. Ora scopro che tornerà adì abbracciarla, visto che lei è scomparsa pochi mesi fa, il 28 dicembre scorso.Con Dino, e l’inseparabile Gino, ho trascorso alcuni dei momenti più divertenti e simpatici della mia vita. Li ho voluti con me alla festa dei 3 anni di Pramzanblog alla Corale Verdi, nel mio docu-film “Parma mia”, nel coro dei Vip parmigiani in “Bón Nadäl ala pramzana”. E naturalmente nella commedia, dove Dino recitò in modo mirabile, applaudissimo anche come cantante, nella mia canzone che concludeva lo spettacolo, La vita è un ascensore. Del resto Aldo-Dino aveva anche avuto un passato di cantante, con il nome d’arte di Al Musci.
Poi, conclusa l’avventura teatrale, loro a Parma, io a Milano, le nostre strade sono tornate a percorrere un itinerario diverso. Gino ha un negozio per “svapatori” e scrive musica, Dino era diventato una colonna degli studi televisivi (Domenica in soprattutto) dietro le quinte, come maestro del “gobbo, la versione moderna del suggeritore. Amato fa tutti i big dello spettacolo, da Baglioni alla Venier, da Antonacci a Cochi e Renato, da Shel Shapiro a Morgan, da Al Bano ad Amadeus. E lui, con loro e tanti altri, aveva collezio-nato centinaia di selfie dei quali era orgoglioso.Bravissimo nella scena (indimenticabili le sue apparizioni, con e senza Dino, a Striscia la notizia. Principe di modestia nella vita. Ciao amico. Un altro amico che se ne va, porca miseria. (a.m.)