La scomparsa di Paolo Rossi
QUELLA BUGIA QUANDO
SI SPOSÒ CON SIMONETTA
Nel numero 37 del 1981 di Gente il grande Pablito (soprannominato così dal Mundial in Argentina del 1978), che ancora non aveva finito di scontare la lunga squalifica inflittagli dalla giustizia sportiva per il calcioscandalo, firmò il diario delle sue nozze a Vicenza con Simonetta Rizzato, la sua prima moglie - Ora posso svelare il retroscena di quello “scoop” - Conoscevo Rossi da due anni, dal tempo del clamoroso processo sportivo
di ACHILLE MEZZADRI
Dopo Maradona, anche Pablito. Le stelle si accendono e si spengono e l’universo le sostituisce con altre. Ma restano nei cuori di chi, con quelle stelle, ha gioito e pianto. E sognato. Paolo Rossi, da poche ore stroncato a 64 anni da un male inesorabile, non aveva ancora compiuto 22 anni quando, dal 1° al 25 giugno del ’78, indossò la maglia azzurra al mondiale in Argentina e con i suoi tre gol contribuì al lusinghiero quarto posto del l’Italia. E il giornalista Giorgio Lago coniò per lui il soprannome di Pablito. Fu infatti in quel mondiale che si accese la stella di Pablito, quel ragazzo di Prato che si era fatto le ossa nelle giovanili della Juventus, ma che aveva cominciato a farsi conoscere, due anni prima, con la maglia del Lanerossi Vicenza. Nei giorni di quel Mundial in Argentina gli italiani si innamorarono di Pablito e rimasero increduli, nell’80, quando quel ragazzo che li aveva abbagliati con i suoi gol, fu coinvolto nel vergognoso calcioscandalo. Lui si dichiarò sempre innocente, ma la giustizia sportiva non fu del suo avviso e gli comminò una lunga squalifica. La stella di Pablito sembrava ormai spenta, invece si riaccese nel 1982, quando il mai dimenticato Enzo Berarzot, che l’aveva lanciato nel Mundial argentino, a squalifica scontata lo rivolle in azzurro. E fu trionfo. Sei gol (con una memorabile tripletta al Brasile) titolo di capocannoniere del torneo e, soprattutto, grande protagonista del mondiale vinto. Fu in quegli anni che mi occupai più volte di Rossi. A quel tempo....
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