venerdì 11 dicembre 2020

Gazzetta di Parma, il primo amore

DA UNA SCATOLA SPUNTARONO

I NUMERI INTERNI DELLA “GAZZA”

Basta niente per farsi prendere dalla nostalgia: è sufficiente aprire una scatola e trovarvi un cartoncino con stampati i numeri interni del giornale dove è cominciata la tua carriera -  Molti nomi, purtroppo la maggioranza, sono di colleghi, anzi di amici, che non ci sono più - Schiaretti 33, Molossi 20, Bellè 44… - Rivedere quei numeri è come rivivere quei tempi lontani, quando alla “mia” Gazzetta si viveva ancora l’epopea dell’”uno per tutti, tutti per uno” e ci si ritrovava con le famiglie anche in discoteca o per una gita…


di ACHILLE MEZZADRI


Nostalgia canaglia cantavano Al Bano e Romina e mai termine è più appropriato per spiegare che cosa ho provato quando da una scatola è spuntato fuori un cartoncino, lievemente ingiallito, con stampati i numeri interni della Gazzetta di Parma, inizio anni ’70, comunque prima del maggio ’71, quando mi trasferii a Milano alla Mondadori. Quei nomi, quei numeri… Direttore (Molossi) 20, Pedretti, Schiaretti e Salati 33, Tonarelli 36, Bellè 44, Guerrino Cavalli 26, Corti 34… Un cimitero. La maggioranza non c’è più e i sopravvissuti? Siamo in pochi. Eppure mi sembra così, strano, così impossibile. Torno col pensiero a quel periodo e mi pare di essere ancora con loro, lì, in via Emilio Casa, ben prima del trasferimento nella  uiova sede di via Mantova. Mi torna in mente, allora, Antologia di Spoon River, la celebre raccolta di poesie del poeta americano Edgar Lee Masters, dove l’autore riporta alla vita, con le loro storie, gli abitanti defunti di un paesino immaginario. Baldassarre Molossi (interno 20, ma risponde il segretario Bruno Castelli) è sempre  lì, nella sua stanza con le finestre che guardano in via Casa, con il busto di Giovannino Guareschi a fargli compagnia. E Aldo Curti (interno 25)... 

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