sabato 24 dicembre 2022

La scomparsa di Vittorio Adorni

 VITTORIO, CAMPIONE SULLA STRADA E NELLA VITA

Molti oggi, nel giorno in cui ci ha lasciato, stanno ricordando il ciclista parmigiano che nel 1968 vconquistò a Imola il titolo mondiale su strada  dopo aver vinto, nel 1965, il Giro d’Italia - Oltre all’attività agonistica ha fatto il  conduttore e il commentatore televisivo, il direttore sportivo, il curatore di pubbliche relazioni, il membro del Cio, l’assicuratore - Un parmigiano autentico,  che affrontava la vita con il sorriso e la simpatia innata - Ci siamo frequentati poco, ma c’è sempre stato qualcosa che ci ha tenuti sempre legati, in un modo o nell’altro - E ha cantato anche nel coro della mia "Bón Nadäl ala pramzàna"


di ACHILLE MEZZADRI


Oggi Marino Bartoletti, grande conoscitore e storico del ciclismo, ma non solo, starà scrivendo migliaia di ricordi, di storie, di aneddoti, che lo hanno legato a Vittorio Adorni, che non è mai stato né un Merckx, né un Gimondi, ma che ha lasciato un segno indelebile nel mondo dello sport. Ma anch’io ho la fortuna di poter raccontare il Vittorio “uomo”, pramzàn dal sàs, simpatico ed eclettico, che è entrato presto nella mia vita, come idolo, perchè era fortissimo e vinceva il Giro  d’Italia, il mondiale di ciclismo, poi perchè è stato il mio primo assicuratore a Parma (quando mi trasferii a Milano lo “tradii” con un altro grande dello sport. Giacinto Facchetti), poi ancora perché ci trovammo insieme a tifare Francesco Moser che nel gennaio 1984, a Città del Messico, battè per due volte il record dell’ora. Quando ci rivedevamo, per un modo o per l’altro, era sempre un piacere reciproco. Per il mio Pramzanblog, dieci anni fa, in occasione dei suoi 75 anni, gli dedicai un grande articolo, lo sentii più volte anche....

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L'ARTICOLO SU PRAMZANBLOG NEL 2012

L'ALBO D'ORO DI ADORNI



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