sabato 3 dicembre 2022

La scomparsa di Fabrizio Castellini

IL CUGINO SCOMODO

CHE FACEVA LE PULCI AI POTENTI

Se ne è andato troppo presto, a 70 anni, per gravi problemi di salute - Eravamo secondi cugini, con in comune un bisnonno, Nicola - Era laureato in giurisprudenza, ma aveva il giornalismo nel sangue e scelse la strada più scomoda: stare sempre fuori dal coro - Si fece molti nemici e alcuni di questi riuscirono a fargli chiudere la sua prima creatura, “Il giornale di Parma” - Non si perdette d’animo e inventò un nuovo settimanale, “La Voce di Parma” - Nel 2011, quando lo intervistai per il mio "Pramzanblog", aveva già sulle spalle almeno una cinquantina di querele, sei o sette condanne in primo grado, una in appello già prescritta, ma nessuna condanna definitiva


di ACHILLE MEZZADRI


Ha rotto le balle a tanta gente, a Parma. Alcuni edicolanti sono  arrivati al punto di nascondere le locandine del suo giornale La  voce di Parma.  Ma Fabrizio, mio cugino Fabrizio Castellini (di secondo grado,  avevamo in comune il bisnonno Nicola) è sempre andato dritto per la sua strada. Senza paura. Io e lui giornalisti, con dentro il sacro fuoco della notizia, ma su strade parallele e nello stesso tempo lontane: io in giro per il mondo a seguire eventi e a intervistare personaggi, lui a fare giornalismo d’inchiesta, all’ame-ricana, a sfidare le caste, a raccontare con puntiglio le sue verità. Io amante nostalgico della Gazzetta di Parma, il quotidiano dove sono nato come giornalista. Lui a fare le pulci alla Gazza, perfino con sfrontatezza, ma sempre con la convinzione morale di essere  dalla parte giusta. Immagino che, pur in buona fede, possa aver preso qualche cantonata, però nel 2011, quando lo intervistai per il mio giornale online, Pramzanblog, aveva già sulle spalle almeno una cinquantina di querele, sei o sette condanne in primo grado, una in appello già prescritta, ma nessuna condanna definitiva. Sapeva quello che faceva e, forte della sua laurea in giurisprudenza, conosceva i confini da non oltrepassare. Eppure i suoi nemici   - a Parma ne aveva, eccome - riuscirono a fargli chiudere la sua prima creatura, Il giornale di Parma, che fondò nel 1998, con l’aiuto di un finanziatore. Improvvisamente, ma era nell’aria, gli vennero tolte la direzione e la testata, che fallì poco dopo. Ma lui...

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L'INTERVISTA DEL 2011

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