giovedì 25 agosto 2022

Il sogno irrealizzato con Benvenuti

PERCHÈ SALTÒ IL MIO PROGRAMMA

DI BOXE CON NINO BENVENUTI 

Nel 1978 Ad Antenna Nord arrivai molto vicino a realizzare un mio grande sogno: conoscere il grande pugile che era stato il mio idolo fin da quando conquistò il titolo olimpico a Roma nel 1960 - Addirittura rischiai di condurre un programma di pugilato con lui - Il direttore della Tv di Rusconi, Lillo Tombolini convocò entrambi nel suo ufficio e insieme entrammo nei particolari - Eravamo in possesso dei filmati dei più grandi match della storia ed avevamo la disponibilità di Nino che li avrebbe commentati:

tutto era pronto - Ma non arrivò la pubblicità

che avrebbe coperto le spese - E il mio sogno svanì


di ACHILLE MEZZADRI



Nel 1978, pur facendo parte della redazione di Eva Express ero un assiduo collaboratore di Antenna Nord, e le mie giornate lavorative si svolgevano molto più in via Oldofredi, dove c'erano gli studi della televisione, che in via Vitruvio. E un giorno, nel periodo in cui conducevo San Siro Ieri con Eugenio Gallavotti, arrivai molto vicino a realizzare un mio grande sogno: conoscere, e perfino diventare amico, di Nino Benvenuti, il pugile che era stato il mio idolo fin da quando conquistò il titolo alle Olimpiadi di Roma nel 1960. Ho già raccontato che nel periodo dell'adolescenza ero infatuato della boxe e, nonostante fossi mingherlino e avessi gli occhiali, mi sarebbe piaciuto diventare un pugile. Con le mie paghette settimanali compravo Boxe Ring ed ero informatissimo. Dopo le Olimpiadi di Roma e il passaggio al professionismo di Nino Benvenuti cominciai perfino a tenere su un mio quadernetto l'albo aggiornato dei suoi match. La prima vittoria ai punti in 6 riprese il 20 gennaio 1961 nella sua Trieste con il tunisino Ben Alì Allala. La seconda per KO alla terza ripresa a Roma con Nicola Sammartino. La terza per KO alla prima ripresa a Napoli nella rivincita con Ben Alì Allala. La quarta per KO alla terza ripresa a Bologna con il tunisino Sahib Mosri. La quinta ai punti in 6 riprese a Milano con lo jugoslavo Nic Maric. E avanti così, con puntiglio e precisione giornalistica. Il mio debutto nella carta stampata sarebbe avvenuto due anni dopo, nell'ottobre 1963, alla Gazzetta di Parma.

Benvenuti si avviò verso una carriera strepitosa, ricca di titoli europei e mondiali e fu ancora lui a farmi passare la notte in bianco (e a milioni di italiani) il 17 aprile 1967 quando strappò il titolo mondiale dei pesi medi a Emil Griffith al Madison Square Garden di New York. Io avevo compiuto 22 anni da due giorni e da quasi 14 mesi ero un cronista della Gazzetta di Parma. Ricordo quella notte nella redazione di cronaca ad ascoltare con i colleghi (Curti, Pressburger, Zani, Arlunno, Bellè, Tonarelli...) la storica entusiasmante radiocronaca di Paolo Valenti.
Ecco, ora chiunque può immaginare che cosa provai quando, nel 1978, Lillo Tombolini, direttore di Antenna Nord, mi convocò nel suo ufficio con Nino Benvenuti, per varare un programma di pugilato. Sergio Barbesta, della REA (Rusconi Editore Associati) aveva acquistato i diritti per pubblicare le sintesi dei più grandi match della storia della boxe e nel programma io avrei ricordato sinteticamente quegli incontri, che Benvenuti avrebbe commentato. Bingo! Ero fuori di me. Un programma di boxe da co-conduttore con Nino...  Ma i sogni non si realizzano gratis... Occorreva uno sponsor, insomma la pubblicità, per tenere in piedi il progetto. Ma non arrivò. E così, con il disappunto massimo di Tombolini, di Benvenuti e mio, il sogno svanì. Per lo stesso motivo non fu replicato San Siro Ieri e io "traslocai" a Gente, il settimanale diretto dal grande Antonio Terzi. Non ho mai potuto capire che cosa sarebbe stato della mia carriera se io fossi diventato partner di Nino Benvenuti in un programma Tv. (a.m.)

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