domenica 3 maggio 2020

1968: A Bucarest aspettando i sovietici



Il 1968 è ricordato non soltanto come l'anno della contestazione giovanile, ma anche per l'invasione sovietica a Praga. Io avevo 24 anni ed ero considerato come uno dei "cronisti di punta" della Gazzetta di Parma. Così la sera in cui il direttore, il leggendario Baldassarre Molossi, chiese in redazione chi fosse pronto a partire per la capitale cecoslovacca, alzai la mano, pronto a partire. Ma non avevo il passaporto e un mio collega più scaltro di me, Gianfranco Bellè, mio caro amico purtroppo scomparso, fu prescelto. In realtà nemmeno lui aveva il passaporto, ma glielo fecero nella notte in questura... Il giorno dopo Molossi, mi chiamò nel suo ufficio, dove c'era anche il presidente del giornale, Pauri e mi comunicò che io avrei dovuto partire per Bucarest, la capitale della Romania, allora guidata da Nicolae Ceausescu e pure sotto la minaccia di un'invasione sovietica.
Andai in questura a procurarmi il passaporto e partii in serata con la mia Simca 1000, dormii a Trieste e l'indomani mattina cominciai il mio viaggio. Prima tappa Belgrado, dove al giornale Politika mi trovai in mezzo a un piccolo esercito di grandi inviati. Si temeva ancora l'invasione russa a Bucarest ed il mattino dopo mi avviai. Timisoara, Sibiu, Bucarest... Un migliaio di chilometri senza soste e nemmeno un'ombra di sovietici. Ero stanco, affamato, ma euforico, perché ero alloggiato in un grande albergo, lo stesso di Nebiolo, inviato Rai e della sua troupe. Era il 1° settembre, il giorno del campionato mondiale di ciclismo su strada. Telefonai a casa. Non stavo in piedi dalla fame, ma mentre una cameriera entrava in camera con un piatto di teleća ciorba, chiedi a mia moglie per prima cosa: "Che cosa ha fatto Adorni?". "Ha vinto, ha vinto!", mi rispose. Io esultai. Ero stanchissimo e stavo aspettando inutilmente l'invasione dei russi, ma Vittorio Adorni era campione del mondo! Tornato a Parma scrissi due articoli di prima pagina sulla "Gazzetta" per descrivere la situazione in Jugoslavia e Romania.

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