giovedì 21 maggio 2020

1980 Grazie ai Giannini smisi di fumare





















Il 16 giugno 1980 smisi di fumare. Non è una data da entrare nei libri di storia, ma per me è importante perché è legata a un evento significativo della mia carriera. Il giorno prima infatti, domenica 15, mi trovavo a Soci, in provincia di Arezzo, per il battesimo dei sei gemelli Giannini: Linda, Giorgio, Francesco, Roberto, Fabrizio e Letizia, nati tra le 4,17 e le 4,24 dell'11 gennaio all'ospedale fiorentino di Careggi. Io ero il responsabile dell'esclusiva mondiale che avevo ottenuto  per il mio settimanale, Gente, diretto dall'indimenticabile Antonio Terzi e il giorno prima, appunto, ero inquieto perché la Rusconi Editore aveva investito dei soldi per quell'esclusiva, ma tanti giornali, tante agenzie fotografiche, avrebbero fatto carte false pur di "strapparci" qualche scatto abusivo.
Fino a quel momento avevamo fatto servizi o all'ospedale o a casa di Rosanna e Franco Giannini, in via Michelangelo e quindi non avevamo corso rischi. Ma era previsto addirittura un corteo preceduto con la banda per accompagnare la "superfamiglia" da via Michelangelo alla chiesa di San Nicolò e quindi eravamo "scoperti".  Conoscendo le tecniche e le strategie dei "paparazzi" temevo (e con me anche il nostro fotografo Norberto Zini) che qualcuno si appostasse o su un tetto o alla finestra di qualche abitante accondiscendente. Alle 16,30 arrivò la banda (anzi due perché si riunirono elementi di quella di Soci e di quella di Bibbiena) ed io ero agitatissimo. Allora fumavo ancora, anche se da tempo mi ero messo in mente di smettere.
Neanche io fossi la guardia del corpo del presidente degli Stati Uniti,
continuavo a guardare in alto, in basso, a destra, a sinistra, ogni movimento appena strano mi metteva in allarme. Zini faceva il suo lavoro e io... vigilavo, fumando una sigaretta dopo l'altra. In chiesa non potevo fumare, ma continuavo a controllare persona per persona. E all'uscita riprese la mia agitazione massima. Continuai a fumare fino quando con Norberto Zini non lasciammo Soci. Alla fine della giornata feci il conto: avevo fumato sessanta sigarette, tre pacchetti. Mediamente allora ne fumavo venti, un pacchetto. Avevo il voltastomaco. Il giorno dopo, 16 giugno, mi resi conto che quella era la volta buona. Quel giorno non avevo voglia di mettere una sigaretta in bocca, ovvio, ma avevo capito che era il giorno giusto per smettere definitivamente. Sensa se e senza ma. E così fu. Grazie ai gemelli Giannini.

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