martedì 5 maggio 2020

1977: in Friuli schivai una brutta fine

Nel 1976 ero in forza a Eva Express e per un grande servizio sul terremoto in Friuli del 6 maggio il direttore Mario Palumbo inviò il fratello gemello Giulio e un'altra collega, Luciana Saibene, mentre nello stesso giorno mandò me a Pachino, la località più a sud della Sicilia, per intervistare un travestito milanese di origine siciliana che aveva cambiato sesso... Io ci rimasi male, ovviamente, però l'anno seguente, in aprile, in vista del primo anniversario del terremoto, in Friuli mandò me. Ed io, a Udine, feci una bella intervista all'onorevole Giuseppe Zamberletti, l'uomo che aveva fatto nascere il dipartimento della Protezione Civile. Alla fine dell'incontro Zamberletti mi disse che l'indomani avrei potuto fare un sopralluogo sui luoghi della tragedia con un elicottero dei Vigili del Fuoco, per vedere dall'alto come stavano procedendo i lavori di ricostruzione delle zone terremotate. Così io e il fotografo che era con me (non ricordo il nome) dormimmo ad Udine in attesa del sopralluogo. La mattina seguente ci arrivò una telefonata con la quale fummo informati che l'elicottero a noi destinato non poteva decollare a causa di un problema tecnico. Così, un po' delusi, tornammo a Milano. Pochi giorni dopo ci arrivò la notizia che un elicottero dei Vigili del Fuoco, con a bordo 4 vigili e un imprenditore di Pordenone era precipitato  mentre sorvolava i luoghi nei quali era in corso la ricostruzione. Non ho mai potuto sapere se quel velivolo fu lo stesso sul quale avrei dovuto viaggiare io e il fotografo e che non era decollato per problemi tecnici, però ho sempre avuto la sensazione che il destino mi fu favorevole il giorno in cui non ebbi la possibilità di completare il mio servizio.

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