venerdì 8 maggio 2020

1984: A Hollywood con gli slip di Ciotti

Partecipare a un'Olimpiade come inviato di un grande settimanale italiano, Gente,  fu il sogno che realizzai nel 1984, a Los Angeles. Rimasi in California per tutta la durata del giochi olimpiici, tre settimane e complessivamente lontano dalla mia famiglia un mese, perché il direttore di Gente volle farmi tornare dalle vacanze in Sardegna una settimana prima per tenermi in redazione fino all'ultimo.
Fu una grande esperienza, avevo sempre sognato di partecipare, come giornalista, a un'Olimpiade. Ero molto emozionato all'inaugurazione, che si concretizzò non soltanto con l'accesione della fiamma olimpica, ma anche con "l'uomo volante" che fu sparato da un cannone. Di quell'Olimpiade scrissi poi anche un'esauriente cronaca nel mio libro Il fascino delle olimpiadi, che raccontava la storia dei Giochi dall'inizio fino a Los Angeles.  A parte i servizi sugli azzurri, ho ricordi anche di contorno. Per esempio quando con un collega di un altro settimanale (noi, con il giornale appena chiuso, potevamo permetterci qualche momento di riposo) andammo a divertirci a Disneyland e quando andammo a Hollywood nell'albergo quartier generale della Rai. Lui conosceva Ciotti e così andammo a trovare Sandro Ciotti, che era in compagnia di Giampiero Galeazzi, "bisteccone". Passammo un bel pomeriggio. Prima giocammo a carte, ma io ero e sono una schiappa e Ciotti (che quando ero ragazzo era un mio idolo...) propose:
"Perché non andiamo a prendere un po' di sole nella piscina che è sul tetto dell'albergo? E possiamo farci anche un bel bagno". Noi spiegammo che non era nelle nostre previsioni e che quindi non avevamo con noi gli slip da bagno. "Non è un problema", disse con la sua voce roca da fumatore incallito "vi presto i miei". Lo guardammo di sbieco. "No problem", ci rincuorò "questi sono nuovi di zecca. Li spianate voi...". Così il collega, io, Ciotti e "bisteccone" passammo un'oretta distensiva in piscina, tra una nuotatina e un aperitivo. Era la vita "da inviato" che avevo sognato da ragazzo.

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