Conoscevo già Don Backy quando lo intervistai in occasione della sua commedia musicale "Marco Polo". Il solito Aldo Caponi, toscanaccio senza peli sulla lingua, che mi rilasciò un'intervista-sfogo davanti a un piatto di spaghetti (e offrì lui). Fu polemico con i giornalisti, con i suoi colleghi, con il mondo discografico. Disse che era pieno di cialtroni, che era un mondo falso e anche corrotto. Mi parlò dei suoi esordi, di Mario Riva che lo aiutò, dell'amicizia spezzata con Adriano Celentano. "Finì per una squallida storia di soldi", mi disse.
I ricordi (e non solo) di oltre cinquant'anni anni di carriera di un testimone del tempo
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venerdì 1 maggio 2020
Aprile 1982: Don Backy all'attacco
Conoscevo già Don Backy quando lo intervistai in occasione della sua commedia musicale "Marco Polo". Il solito Aldo Caponi, toscanaccio senza peli sulla lingua, che mi rilasciò un'intervista-sfogo davanti a un piatto di spaghetti (e offrì lui). Fu polemico con i giornalisti, con i suoi colleghi, con il mondo discografico. Disse che era pieno di cialtroni, che era un mondo falso e anche corrotto. Mi parlò dei suoi esordi, di Mario Riva che lo aiutò, dell'amicizia spezzata con Adriano Celentano. "Finì per una squallida storia di soldi", mi disse.
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